Il marengo è l’euro di 100 anni fa

Il 14 giugno del 1800, nel corso della seconda Campagna d’Italia, Napoleone Bonaparte sconfigge a Marengo l’esercito austriaco. L’anno seguente viene coniata una moneta d’oro per celebrare la vittoria alla quale fu dato il nome di Marengo. La moneta aveva il valore di 20 Franchi francesi e, per quanto riguarda l’Italia, aveva un valore di 20 lire. Essendo effigiato l’Imperatore, la moneta è tuttora conosciuta come «Napoleone».

Il marengo italiano è stato coniato in più tagli e alcuni esemplari possiedono un interessante valore economico. Infatti, se per alcuni marenghi la valutazione dipende soltanto dal peso in oro ed è quindi strettamente correlata alla quotazione attuale dell’oro, in altri casi per stabilire il valore marenghi d’oro è necessario considerare ulteriori caratteristiche.
Rarità, tiratura ed eventuali errori di conio sono alcuni dei fattori di cui tenere conto per stabilire il valore economico dei marenghi d’oro.

Ecco le caratteristiche del marengo:

– diametro: 21 mm
– peso: g. 6,45
– titolo: 900 %
– fino contenuto: g. 5,80

Quello che interessa i marenghi d’oro è un mercato vivo poiché la richiesta è sempre molto elevata: sono molti i collezionisti e gli appassionati sempre in cerca di qualche marengo raro.  inoltre, per conoscerne il grado di rarità ti basterà osservare la moneta. I marenghi sono classificati in base a una scala di rarità che va da “moneta comune” a “solo pochi esemplari” e, ovviamente, più una moneta è rara, più il suo valore sul mercato sarà elevato.
Tra le più rare vi sono le versioni “prova”: queste non venivano messe in circolazione ma donate ai soli dipendenti della Zecca. Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III, Aratrice e Fascetto d’Oro sono le versioni più note dei marenghi d’oro.

VITTORIO EMANUELE II

Dritto: è raffigurata l’effige del Re, è riportato il nome, il titolo e la data di coniazione. L’opera è dell’incisore Ferraris.
Verso: è inciso lo stemma sabaudo circondato dal collare dell’Annunziata il tutto posto tra rami di alloro. È impressa la scritta “Regno d’Italia” ed il valore nominale.
Ne furono coniati più di 11 milioni di esemplari.

UMBERTO I

Dritto: è inciso il profilo del Re, l’incisore in questo caso è Speranza, oltre al nome del sovrano è riportata la dicitura “Re d’Italia” e la data di coniazione.
Verso: appare lo stemma sabaudo con intorno il collare dell’Annunziata, posti fra un ramo di quercia ed un ramo di alloro, ed il valore nominale.
Ne vennero coniati quasi 9 milioni di esemplari.

VITTORIO EMANUELE III

Per l’argomento che stiamo trattando un personaggio importantissimo fu proprio Vittorio Emanuele III, un grande studioso e collezionista di monete, tanto da redigere un’opera storica, nella quale descrisse tutte le monete italiane coniate dal tempo dell’impero romano ai suoi giorni.

La prima moneta coniata fu l’Aquila sabauda:

Dritto: il profilo del Re, opera ancora dell’incisore Speranza, contornato dal nome.
Verso: l’aquila sabauda circondata dalla scritta “Regno d’Italia”, la data di emissione ed il valore nominale.

La seconda moneta coniata fu l’Aratrice:

Dritto: il volto del sovrano è dovuto all’incisore Boninsegna, attorno è riportato il nome.
Verso: è rappresentata un’allegoria. Un’aratrice con in mano una spiga di grano e che regge un aratro. Sono riportati il valore e la data di coniazione.

La terza e ultima moneta coniata fu il Fascio d’oro:

Dritto: appare il profilo del Re, l’incisore è Monti, con il suo nome e la scritta “Re d’Italia”.
Verso: coniata per commemorare la marcia su Roma riporta un fascio littorio con la scritta “Ottobre 1922” e la data di coniazione.

I marenghi raffiguranti Vittorio Emanuele II ed Umberto I sono molto comuni, mentre le tre emissioni di Vittorio Emanuele III possono raggiungere, in alcuni casi, un notevole valore numismatico.

In linea generale, ad oggi il valore dei marenghi d’oro oscilla tra i 200 e i 250 euro. Tuttavia, come abbiamo visto nel corso di questo articolo, ci sono alcuni parametri che possono accrescere tantissimo il loro valore economico come la rarità e la tiratura.

Acquistare e possedere dei marenghi d’oro è un ottimo investimento, soprattutto perchè potrai rivenderli facilmente.

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